All’interno del filone di carte ecologiche di Favini prodotte secondo le logiche dell’economia circolare e dell’upcycling, l’ultima prodotto ideato è Refit.
La carta Refit di Favini è realizzata grazie al processo di riuso creativo dei residui delle lavorazioni tessili di lana e cotone, i quali, diventano materia prima alternativa e sostenibile per la produzione della carta. Da un unico concetto di economia circolare sono nate due varianti della carta Refit: Wool e Cotton. La carta Refit continua il percorso di Favini di applicazione dei principi di economia circolare per la produzione di carte ecologiche di alta qualità, iniziato negli anni ‘90 con Shiro Alga Carta, proseguita nel 2012 con Crush e con Remake nel 2015.
Grazie alle interazioni create dalla simbiosi industriale tra il settore tessile e quello cartario sono nate le carte ecologiche Refit Wool e Refit Cotton di Favini: i sottoprodotti delle lavorazioni di lana e cotone diventano gli ingredienti alternativi per produrre la carta ecologica di alta qualità Refit, secondo l’approccio di riuso creativo dell’economia circolare.
Dopo aver raccontato il ciclo di vita della lana fino alla produzione di Refit Wool nell’articolo “Dalla lana alla carta ecologica Refit Wool”, è arrivato il momento di svelare come dal cotone e dai suoi sottoprodotti di lavorazione nasce la carta ecologica Refit Cotton.
Upcycling e simbiosi industriale: definizioni e casi studio
Upcycling, o tradotto in italiano con il termine riuso creativo, significa utilizzare materiali di scarto, destinati ad essere gettati, per creare nuovi oggetti dal valore maggiore del prodotto originale. La pratica dell’upcycling è qualcosa che va oltre il recycling (riciclo). Scopri la differenza e i casi di studio nell’articolo di approfondimento sull’Upcycling.
La simbiosi industriale è il processo nel quale industrie tradizionalmente separate integrano i loro processi per promuovere vantaggi competitivi attraverso uno scambio di materia, energia e sottoprodotti, come nel caso di Favini e delle sue carte ecologiche.
Grazie alle interazioni che si generano attraverso la simbiosi industriale è stato possibile creare un nuovo prodotto sostenibile: la carta ecologica Refit di Favini, nata grazie allo scambio di residui di lavorazioni industriali tra la filiera tessile e quella della carta. Da dove arrivano questi sottoprodotti e come vengono utilizzati da Favini per produrre la carta ecologica Refit? Continua a leggere per scoprire il ciclo di vita del cotone fino alla carta Refit Cotton.
Refit Cotton: case history di economia circolare, dal cotone alla carta eco-sostenibile
Il cotone è una fibra tessile che si ricava dalla bambagia che avvolge i semi delle piante del cotone. Insieme alla lana, è una delle fibre più utilizzate dall’uomo. La fibra di cotone usata per la produzione tessile è molto lunga, morbida ed estremamente lucida, si ricava dalla peluria che avvolge i semi. Questi peli sono costituiti da cellulosa pura dalla quale si ottengono le fibre.
La storia del cotone è antica quanto la nascita della civiltà. La sua scoperta viene fatta risalire a circa 7.000 anni fa, le prime testimonianze si hanno in Perù dove si ritiene che la fibra, ricavata dai semi delle piante Gossypium, venisse utilizzata già dagli Aztechi. [1] Sebbene il cotone sia stato coltivato fin dall’antichità, la sua grandissima diffusione è dovuta all’invenzione della macchina sgranatrice di cotone a fine del XVIII secolo. Oggigiorno è il tessuto in fibra naturale più utilizzato per l’abbigliamento per produrre camicie, t-shirt, jeans in denim, oltre ad essere largamente utilizzato anche nel settore dell’arredamento. [2]
Il filato delle fibre di cotone viene ottenuto attraverso la filatura, termine con il quale si intende l’insieme delle operazioni necessarie alla trasformazione delle fibre tessili in filato.
Nella filatura industriale le fasi di lavorazioni iniziano con la pulizia e lavaggio, si passa alle fasi di apertura, battitura, cardatura e pettinatura delle fibre, che vengono così districate e ordinate. Nella fase finale di filatura, si trasforma il nastro in uno stoppino avente una finezza ed una torsione prestabilita. Lo stoppino viene stirato e torto dal filatoio fino ad ottenere il filato desiderato. Dopo la filatura si procede alle fasi di tessitura, che permette di ottenere il tessuto a partire dal filato di cotone.
Durante tutte queste fasi di produzione si generano scarti: si tratta di fibre che, a causa della ridotta lunghezza o altre caratteristiche che le rendono non idonee alla lavorazione, vengono scartate, oppure di fibre che fuoriescono dalle strutture tessili o dai macchinari e si depositano a lato delle macchine o vengono catturate dagli impianti di aspirazione e filtraggio. Generalmente questi residui di lavorazione del cotone sono destinati ad essere utilizzati come materiali fonoassorbenti o riempitivi per asfalti ottenendo un prodotto durevole, ma non riciclabile e non biodegradabile e in gran parte destinati allo smaltimento in discarica.
Favini ha trovato il modo per riutilizzare creativamente questi scarti di cotone nella produzione di carta. Nasce Refit Cotton, la carta ecologica riciclabile e biodegradabile al 100% stampabile e trasformabile come una carta di ottima qualità, con tutti i processi e le tecniche di stampa.
Il contenuto della carta Refit Cotton di Favini prevede oltre al 15% di fibra derivante da sottoprodotti di cotone, il 40% di cellulosa di riciclo post consumer e 45% di fibre di cellulosa vergine. Per la produzione della carta Refit Cotton i sottoprodotti del tessile utilizzati sono di origine Italiana e provengono dalla lavorazione di filatura e tessitura del cotone e non prevedono l’utilizzo di composti chimici aggiuntivi. Il processo di trasformazione dei sottoprodotti di cotone in materia prima alternativa per la produzione della carta prevede una semplice lavorazione meccanica di sfilacciatura e taglio delle fibre.
Refit Cotton si distingue per la sensazione “fresco di bucato” data dal contenuto di cotone scuro sulle tonalità chiare della carta. È versatile in fase di stampa, tutte le principali tecniche di stampa aggiungono ulteriore valore alla carta Refit.
Il visual book di Refit “Cotton Wool” ne è una dimostrazione: il progetto editoriale è una collezione di schede stampate sulla carta Refit con le classiche tecniche di stampa e nobilitazioni, oltre a sperimentazioni non convenzionali per ispirare a provare tecniche inusuali.
Il connubio tra carta e cotone: dagli stracci all’innovazione ecologica
La carta in passato si otteneva dagli stracci, l’origine di questo materiale adatto alla scrittura risale al 105 d.C in Cina quando venne prodotto con stoffa usata, corteccia e reti da pesca. Nel VI secolo il mondo arabo iniziò a produrre carta tramite la sfilacciatura e la macerazione degli stracci in acqua.
La carta divenne un mezzo di comunicazione di massa solo molti secoli dopo. La produzione industriale di carta iniziò nell’Ottocento, con lo sviluppo dei giornali a grande tiratura e dei primi libri best-seller, i quali avevano bisogno di notevoli quantità di cellulosa a prezzi economici. Con l’aumentare della richiesta, gli stracci usati per la lavorazione della carta iniziarono a scarseggiare, e si cercarono nuovi materiali, come la pasta ottenuta dal legno. [3]
Grazie a Favini, ora i sottoprodotti della lavorazione del cotone dalle industrie tessili sono un ingrediente dell’innovativa carta ecologica Refit. Non si tratta di stracci o vecchie stoffe come succedeva in passato; la carta Refit viene realizzata da Favini, grazie ai principi di economia circolare, valorizzando i residui di produzione di tessuti in cotone destinati per esempio al settore moda e arredamento.
Refit e la carta che in passato era ottenuta dagli stracci sono accumunate dalla materia prima: il cotone, ma si distinguono notevolmente per il processo produttivo, all’uso consapevole e attento all’ambiente delle risorse come l’applicazione del concetto di riuso creativo alla base dello sviluppo della carta Refit.
La carta Refit di Favini è infatti il risultato della ricerca di nuove materie prime alternative per la produzione della carta innovativa secondo le logiche di economia circolare e grazie alla simbiosi industriale con il settore tessile. Il cotone utilizzato è infatti il residuo di lavorazioni tessili che trova nuova vita all’interno del ciclo produttivo della carta.
Dagli scarti tessili, alla carta per creare packaging ecologici e progetti di design con Refit
La carta ecologica Refit prodotta con gli 15% di scarti di lavorazione del cotone è il supporto ideale per progetti nel mondo del fashion, come packaging di capi d’abbigliamento e accessori, etichette, shopping bags e materiale di comunicazione.
Ad esempio, la carta Refit Cotton è stata utilizzata nell’ambito del packaging per realizzare la confezione del set di calzini di Zooksy.
Per altre ispirazioni ed esempi di applicazioni realizzate con Refit, clicca e guarda la board Pinterest dedicata.
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