Ecco perché abbiamo creato questo glossario, per offrirti una guida completa sui termini chiave della sostenibilità nell’industria cartaria e scoprire la lingua della nostra carta: gentile, sostenibile e certificata.
L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che prevede il riutilizzo di materiali il più a lungo possibile. I benefici sono: estensione del ciclo di vita dei materiali, riduzione sia di materie prime vergini sia di rifiuti. Si contrappone al modello di economia lineare secondo la quale un prodotto, dopo il suo primario utilizzo, diventa rifiuto.
Upcycling significa utilizzare materiali di scarto per creare nuovi oggetti dal valore maggiore del materiale originale. L’upcycling non è sinonimo di recycling (riciclo), ma è qualcosa che va oltre. La carta riciclata è il materiale prodotto con fibre di cellulosa provenienti dal riciclo di carta e cartone, mentre la nostra carta ecologica da upcycling è ottenuta dal riuso creativo di scarti industriali provenienti da altre filiere.
La simbiosi industriale è il processo nel quale industrie tradizionalmente separate integrano i loro processi per promuovere vantaggi competitivi attraverso uno scambio di materia, energia, acqua e, nel caso di Favini e delle sue carte ecologiche, di sottoprodotti.
Il marchio che abbiamo creato per raggruppare le nostre carte con le più alte credenziali ecologiche. Dagli ingredienti all’energia e al processo utilizzati, dalla riciclabilità alla biodegradabilità, fino alla compensazione di CO2.
Compensare le emissioni di CO2 significa bilanciare la quantità di CO2 generata da un’attività attraverso interventi di forestazione in grado di assorbirla oppure sviluppando progetti di efficienza energetica o utilizzo di fonti rinnovabili che evitino di produrla. Questi progetti, opportunamente realizzati e certificati, generano crediti di carbonio che vengono venduti sul mercato volontario. Chi vuole compensare le emissioni, può acquistare questi crediti e in tal modo co-finanziare gli interventi con la garanzia che ogni credito acquistato corrisponda a una tonnellata assorbita o evitata.
Le fonti energetiche rinnovabili, a differenza di quelle non rinnovabili, sono forme di energia che rispettano le risorse naturali, non sono soggette ad esaurimento e hanno un limitato impatto ambientale.
La carbon footprint (letteralmente “impronta di carbonio”) è il parametro che permette di determinare gli impatti ambientali che le attività di origine antropica hanno sul cambiamento climatico e, quindi, sul surriscaldamento del pianeta. Il dato permette, infatti, di stimare le emissioni in atmosfera di gas serra causate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo, espresse generalmente in tonnellate di CO2 equivalente*, calcolate lungo l’intero ciclo di vita del sistema in analisi.
*Prendendo come riferimento per tutti i gas serra l’effetto associato al principale di essi, il biossido di carbonio o anidride carbonica, calcolato pari ad 1.
Il Life Cycle Assessment (LCA) è una metodo di valutazione e quantificazione dell’impronta ambientale di un prodotto o di un servizio, lungo il suo intero ciclo di vita, dall’acquisizione delle materie prime al fine vita. Il calcolo spazia, infatti, dalle fasi di estrazione delle materie prime costituenti il prodotto, alla sua produzione, distribuzione, uso e dismissione finale, restituendo i valori di impatto ambientale associati al suo ciclo di vita.
Acronimo di Sustainable Development Goals, ossia Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. Si tratta di traguardi da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale che costituiscono l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, cioè un programma d’azione per costruire un mondo sostenibile entro il 2030. Gli obiettivi fissati per lo sviluppo sostenibile hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e le componenti della società. I Paesi sono chiamati a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile, comunicando i risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dall’ONU.
Il materiale riciclato viene distinto in: macero da raccolta industriale e commerciale (Pre-Consumer Waste), cioè un materiale cartaceo sottratto dal flusso dei rifiuti durante un processo di fabbricazione e che non ha creato un valore commerciale in quanto non ha raggiunto l’utilizzatore finale (es. scarti da stampa, scarti di cartiera e cartotecnica); macero domestico (Post-Consumer Waste), cioè prodotti cartacei generati da insediamenti domestici, commerciali e industriali, nel loro ruolo di utilizzatori finali del prodotto, provenienti dalle isole ecologiche e da centri dove viene conferita la raccolta differenziata cittadina e industriale.
Sta per Global Recycled Standard, uno standard volontario promosso da Textile Exchange, che stabilisce i requisiti per l’utilizzo di materiali riciclati nei prodotti, garantisce la catena di custodia ed assicura la conformità ai requisiti sociali ed ambientali, nonché le restrizioni all’uso di prodotti chimici.
Carta prodotta con cellulosa non bianchita con cloro elementare, Cl2, che produce composti organici clorurati, pericolosi per l’ambiente.
La norma ISO 9706 specifica le caratteristiche che la carta deve avere per conservarsi a lungo nel tempo, quali grammatura, resistenza alla lacerazione, riserva alcalina, quantità massima di sostanze facilmente ossidabili, intervallo di pH di un estratto acquoso a freddo.
L’articolo 11 della Direttiva 94/62/CE prevede un limite sulla concentrazione di metalli pesanti nel packaging. In particolare, la somma delle concentrazioni di piombo, cadmio, mercurio e cromo esavalente non deve superare i 100 ppm.
Fibre di cotone provenienti dagli stracci tessili e dai cascami.
I linters di cotone sono le fibre corte che si trovano attorno al seme e per la ridotta lunghezza sono uno scarto pre-consumo per l’industria tessile e olearia, ma una risorsa preziosa per altre.
Residui della produzione tessile di lana, spesso lasciati come cascami al lato dei macchinari per la cardatura, la filatura e la tessitura.
Residui della filiera della pelleteria: le rasature che si generano nella fase conciaria e gli sfridi delle lavorazioni manifatturiere.
Il bambù costituisce un’abbondante risorsa naturale rinnovabile, da cui si ricava cellulosa. E’ una pianta a crescita molto rapida, diversamente dagli alberi.
Sottoprodotti derivati dal mondo agroindustriale. Sono gli scarti di altre filiere che vengono recuperati e riutilizzati come materia prima secondo i principi di economia circolare e simbiosi industriale.
Fibre di cellulosa ottenute da piante annuali o biannuali. Alcuni esempi sono: bambù, bagassa, sparto (alfa), canapa, agave, cotone.
Alghe sovrabbondanti provenienti da ambienti marini fragili, raccolte per preservare l’ecosistema.
Carta ottenuta utilizzando fibre non provenienti da alberi ma da piante a crescita rapida (es. bambù e cotone)
Un materiale riutilizzabile in maniera efficace ed efficiente per produrre nuova carta avente una qualità idonea per il mercato.
Codifica europea degli imballaggi in cartone ondulato, cartone non ondualto e carta.
Sostanza o prodotto che può subire la degradazione biologica o biodegradazione.
Materiale che, dopo essersi biodegradato, non rilascia sostanze che possono inibire la crescita di altri organismi.
Carta che non impiega il carbon black come colorante in quanto ritenuto potenzionalmente pericoloso.
Con questo termine si intende un organismo il cui genoma non è stato modificato per conferirgli determinate caratteristiche.
Carta che è conforme al regolamento Reach (Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of Chemicals) relativamente ai prodotti chimici in essa utilizzati.
Carta priva di imbiancanti ottici (Optical Brighteners Agent).
Carta non acida, ma alcalina in quanto contiene delle sostanze (generalmente il carbonato di calcio – CaCO3) che danno un carattere alcalino.
Carta realizzata con fibre riciclate selezionate.
La EN 71 (in Italia UNI EN 71) è una norma tecnica europea che disciplina i requisiti di sicurezza dei giocattoli (quindi anche la carta che viene utilizzata per produrre articoli scolastici o che entra in contatto con i bambini).
L’Oddy test è una procedura, creata dal British Museum nel 1973, usata per determinare se un materiale è appropriato o meno per l’uso in uno spazio chiuso con opere d’arte o altri manufatti.
Trattamento che rende la carta resistente all’umidità, spesso richiesto per etichette di bottiglie da refrigerare.
Carte resistenti alla muffa
Il PLA è un polimero termoplastico che deriva da zuccheri naturali, come amido di mais e residui di canna da zucchero, e rappresenta una valida alternativa sostenibile alla plastica derivata da petrolio.
Standard internazionale di riferimento per la certificazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità.
Standard internazionale di riferimento per la certificazione dei Sistemi di Gestione per l’Ambiente.
Standard internazionale di riferimento per la certificazione dei Sistemi di Salute e Sicurezza sul Lavoro.
L’etichetta FSC™ garantisce che i prodotti forestali utilizzati provengano da fonti raccolte e verificate in modo responsabile.
Standard internazionale di riferimento per la certificazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità.
Ecolabel per energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, in particolare da centrali idroelettriche di proprietà.
Il partner che ci attesta la compensazione delle emissioni CO2 non evitabili.