Il riciclo creativo
E se la carta non fosse effimera, leggera e delicata, destinata a dissolversi alla prima goccia d’acqua, a cedere al primo strappo? Se non servisse solo a scrivere, disegnare e prendere appunti?
Se la carta potesse essere filata e diventare tessuto e trama nelle nostre mani? O se riuscissimo a modellarla e scolpirla quasi fosse pietra, terracotta, marmo, per creare statue o
veri e propri accessori di design? Se fosse trasformabile in oggetti solidi e duraturi, da indossare come un gioiello o utilizzare quotidianamente, come una lampada, ad esempio? E se tutto ciò potesse avvenire meglio ancora con carta riciclata, pezzi di recupero, refili di taglio, scarti e avanzi, in una valorizzazione ecologica che sa di rispetto per l’uomo e il pianeta?
Da sempre Favini lavora in questa direzione: sono tante le azioni di attenzione all’ecologia e all’ambiente che mettiamo in campo ormai da oltre un decennio.
Ecco qualche esempio concreto: produciamo una parte della nostra energia grazie ad un impianto idroelettrico e ad impianti di cogenerazione utilizziamo solo luci ad alta efficienza per minimizzare i consumi abbiamo aderito ad un progetto internazionale di salvaguardia delle foreste del Madagascar, con il quale supportiamo lo sviluppo economico ed ecologico della comunità locale ci siamo impegnati nella produzione di carte ecofriendly: le linee Remake e Crush sono create tramite il riciclo di scarti della lavorazione agroalimentare, del cuoio e perfino delle alghe provenienti dalla Laguna di Venezia. Da loro originano i nostri celebri notebook Reborn, splendido esempio di come la responsabilità ecologica possa andare di pari passo con l’innegabile bellezza ed eleganza del prodotto finito, in una strategia win-win
reimpieghiamo gli scarti pre-consumo che si formano durante il processo di lavorazione, per ridurre quanto possibile l’utilizzo di materia prima vergine lavoriamo per ridurre al massimo i consumi e quindi la nostra impronta energetica, il segno che lasciamo sul pianeta rifiutiamo lo sfruttamento di foreste vergini in cui non sia permesso il taglio delle piante e non utilizziamo alcun tipo di linea di fornitura che preveda lo sfruttamento dei lavoratori evitiamo di utilizzare sostanze chimiche nocive per l’ambiente e per la salute dei lavoratori abbiamo portato a zero l’uso di prodotti chimici per le operazioni di sbiancamento e colorazione della carta, contenenti carbon-black, formaldeide, cloro o ammoniaca. Inutile dire che abbiamo provato a portare questa filosofia anche nei nostri eventi e nelle forme più creative del nostro lavoro.
Da anni ci troviamo a interagire con artisti della carta, ma ammettiamo di rimanere ancora incantati dalla magia che ogni volta le loro mani sanno realizzare: regalare tridimensionalità a un foglio, trasformarlo da supporto di scrittura a vero e proprio complemento d’arredo, decorazione per la casa, scultura o monile. E tutto questo con sempre con un occhio di riguardo al tipo di materiale scelto, in un’ottica di economia circolare e riutilizzo creativo che si sposa perfettamente con la filosofia della nostra azienda.
Abbiamo avuto il piacere di collaborare con due splendide realtà che del recupero artistico hanno fatto il proprio business: Cartalana è un brand di gioielli dall’anima eco-friendly che ha
applicato in modo esemplare l’arte della filatura dal tessuto alla carta. ReMida fa invece capo al Centro di Riuso Creativo dei Materiali di Scarto Aziendale, esperienza votata appunto al
recupero di tutto ciò che il nostro mondo consumistico ritiene di troppo e getta senza un secondo pensiero. A tutto questo ReMida regala nuova vita.
Siamo rimasti affascinati dalle creazioni realizzate partendo dai nostri refili
Ospiti nei nostri spazi, ci hanno regalato momenti di stupore e ammirazione, mostrando nel concreto le reali possibilità di riciclo e riuso delle materie di scarto. Quell’avanzo della fase di taglio della carta, quelle striscioline in sovrappiù che chiunque altro avrebbe visto come inutili e superflue, nelle mani di queste artiste hanno acquisito nuova vita e un nuovo status, quello di oggetto concreto, originale e decorativo.
Che si parta dunque da strisce di carta o scarti della produzione, il succo resta lo stesso. Da un lato abbiamo un materiale comune e conosciuto, con un proprio valore ed utilizzo intrinseco ed originale, che si trasforma però in qualcosa di nuovo ed imprevisto. Le texture cambiano, la percezione che abbiamo sempre avuto di una cosa familiare come la carta si trasforma, impariamo ad uscire dagli schemi e ad allenare il pensiero laterale, vediamo spessore dove prima c’era solo un foglio piatto.
Dall’altra parte ci sono prodotti destrutturati, avanzati, senza connotazione d’uso specifica, che però proprio per questo ben si prestano ad assumere più funzioni. I vantaggi, oltre che
creativi, sono tantissimi: si favoriscono immaginazione e pensiero divergente, ci si educa a cercare la bellezza dove non siamo abituati a trovarne, si impara pian piano che una simile
sensibilità può essere estesa e valere come approccio verso il mondo in generale. In entrambi i casi, alleniamo la capacità di riconoscere l’utile e il nuovo anche in ciò che avanzava, che non serve, che crea inutile ingombro e disordine.
L’educazione alla creatività va di pari passo con l’educazione al riciclo dei materiali, in un’ottica
ecologica e rispettosa del pianeta: un indiscutibile valore aggiunto per ognuna di queste
creazioni.