Risograph: dal ciclostile ai giorni nostri

Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di Risograph, ma quali sono i segreti e la storia di questa tecnica di stampa ora così di moda?

Leggi tutte le curiosità sulla stampa Risograph: dalle origini storiche agli aspetti tecnologici, fino a consigli sulla carta adatta alla stampa in questione.

Ne abbiamo parlato con Ilaria Reposo, figura di coordinamento del progetto Print Club Torino, un laboratorio creativo di stampa e arti grafiche per illustratori, designer e appassionati dove sperimentare e condividere tecniche, idee e processi.

Tutto inizia con il ciclostile

Potremmo definire, per comodità, la stampante Risograph come figlia del ciclostile, in quanto il procedimento utilizzato dalla prima è più o meno lo stesso, leggermente più evoluto, rispetto a quello del ciclostile.

Nato nel 1887, su brevetti di Thomas Edison, il primo ciclostile fu il Mimeograph Edison di Albert Black Dick. Subito la nuova invenzione registra un elevato successo grazie alla sua semplicità d’uso che ne consente un utilizzo di massa.

La tecnica di riproduzione del ciclostile consiste nell’utilizzo di una maschera sagomata, chiamata matrice, attraverso la quale l’inchiostro viene trasferito sulla carta durante l’azione di stampa. La matrice è costituita da un foglio di carta ricoperto da uno strato di cera, inciso dai martelletti della macchina da scrivere, i quali, battendo sul foglio, distruggono la cera. In questo modo l’inchiostro passa sulle zone prive di cera e viene successivamente traslato sui fogli in fase di stampa.

Dagli anni ’30 il ciclostile fu utilizzato per la stampa delle fanzine, riviste giornalistiche dedicate a nicchie di appassionati, un’alternativa valida ai mezzi di comunicazione tradizionali.

Abbandonato con l’arrivo della xerografia, economicamente più competitiva, il ciclostile torna in auge negli ultimi anni evolvendosi in quella che oggi prende il nome di stampante Risograph.

Un mix tra serigrafia e offset

Riscoperta per uso creativo da fotografi, designers e grafici, la stampante Risograph è oggi strumento di tendenza e mezzo d’espressione di nicchia.

Erroneamente da come si pensa il nome Risograph non deriva dall’utilizzo di fogli in carta di riso come matrici, bensì dalla parola “Riso”, che significa “ideale”[ii].

Probabilmente il nome intende raccontare l’obiettivo utopistico di sviluppare un metodo di stampa perfetto.

Il tipo di stampa Risograph è a metà strada fra la serigrafia e la stampa offset: la macchina crea una matrice che viene avvolta attorno ad un cilindro attraverso il quale passa dell’inchiostro liquido.

Per ogni colore deve essere preparata una matrice dedicata e ripetuto il processo reinserendo di volta in volta il foglio nella stampante, permettendo di raggiungere risultati unici grazie alla sovrapposizione dei colori e dei piccoli eventuali fuori registro.

“Molti gli illustratori e i designer che volutamente forzano sul fuori registro per ottenere risultati d’effetto”, ci spiega Ilaria e ci mostra alcune realizzazioni di famosi illustratori, uno fra tutti BlexBolex.

A differenza della serigrafia, con la stampa Risograph, si può giocare anche con i mezzi toni. Gli inchiostri semitrasparenti sovrapponendosi permettono infiniti giochi di colore. Inoltre, è possibile modulare la densità del retino sfruttandolo per usi artistici”, continua la direttrice del Print Club.

Come nella stampa offset, il sistema permette di raggiungere un numero elevato di copie. Tuttavia, a differenza di questa, la stampa Risograph permette un alto risparmio energetico.

Si tratta, infatti, di una tipologia di stampa eco-friendly in quanto l’energia elettrica utilizzata è minima e gli inchiostri sono a base di soia.

Le stampanti Risograph di ultima generazione vantano un elevato grado di efficienza. L’azienda leader produttrice di stampanti Risograph, RISO, ha sviluppato una nuova tecnologia di stampa ad alta velocità basata sul concetto di getto d’inchiostro. Grazie alla tecnologia Forcejet è, infatti, possibile stampare in bianco e nero e a colori ad una velocità fino a 150 pagine al minuto.[i]

Questo sistema permette una elevata produttività di stampa mantenendo i benefici di basso costo ed elevata affidabilità.

I due filoni

“Possiamo distinguere nell’approccio alla stampa Risograph due differenti filoni: uno più tecnologico e uno più artistico”, spiega Ilaria.

“Il primo sfrutta più l’efficienza produttiva della macchina rispetto alla tecnologia laser e punta a divenire una valida alternativa alla fotocopiatrice grazie alla maggiore velocità di stampa, al maggiore rispetto dell’ambiente e al basso costo”.

Tra le stampanti Riso più evolute, alcune montano infatti fino a 4 cilindri colore permettendo di stampare direttamente in quadricromia. Inoltre esistono dei modelli multifunzione che rendono possibile imbustamento e stampa di dati variabili.

Investendo su queste tecnologie si punta a produrre una stampante efficiente e di successo che, nel futuro, potrebbe arrivare a sostituire la stampa laser.

Le monocilindriche sono invece maggiormente utilizzate da artisti, illustratori che si avvicinano alla stampa Riso per giocare con gli effetti del vecchio ciclostile e che ne sfruttano le caratteristiche per ottenere opere d’arte”, spiega Ilaria che per i suoi lavori a Print Club Torino utilizza una Riso RZ970e messa a disposizione da Evoluzione Ufficio, rivenditore Risograph.

Queste infatti permettono di sovrapporre i colori cambiando di volta in volta la matrice e andando a sommare per trasparenza le diverse tonalità che nell’accostarsi e nel sovrapporsi creano tinte uniche.

La scelta della carta per la stampa Risograph

Per la stampa Risograph, così come per il ciclostile, la scelta del supporto grafico sul quale stampare è un passaggio essenziale, in quanto la carta selezionata incide sul risultato finale.

La carta che maggiormente si presta a questa tecnica di stampa è particolarmente assorbente e non deve essere, per ovvi motivi, patinata.

Ogni carta reagisce alla stampante Risograph in modo differente regalando risultati unici e apportando valore all’opera.

Durante la stampa l’inchiostro tende a rimanere sulla carta sotto forma di patina polverosa che, chiaramente, una carta più porosa può assorbire al meglio e in velocità.

Grazie alla collaborazione tra Favini e Print Club Torino, unico laboratorio partecipativo di stampa e arti grafiche in Italia, si è avuto modo di testare come le varie specialità grafiche dell’impresa vicentina rispondono alla stampa Risograph.

Tra le carte utilizzate da Print Club Torino per i loro workshop e le loro attività, ci sono le varianti di grammatura uguale o inferiore ai 200gm2 delle linee Crush e Burano.

Crush è l’esclusiva gamma ecologica di Favini realizzata con sottoprodotti di lavorazioni agro-industriali che sostituiscono fino al 15% di cellulosa proveniente da albero.

“Tale carta vanta un’ottima porosità che la rende ottima per la stampa Risograph in quanto permette un assorbimento veloce degli inchiostri e una resa di qualità”, conferma Ilaria che ha avuto modo di utilizzare Crush durante alcuni workshop.

Elevata qualità di stampa anche sui supporti Burano, la gamma di carte colorate di Favini che vanta ben 35 differenti tonalità e diverse grammature adatte a ogni tipo di applicazione.

Essendo Burano, una carta estremamente liscia si consiglia un tempo di asciugatura maggiore rispetto a Crush. Per raggiungere un ottimo risultato è quindi necessario rispettare quest’unica accortezza e attendere che gli inchiostri si asciughino completamente, prima di procedere con eventuali sovrastampe o lavorazioni.

Negli ultimi anni la tecnologia ha portato alla progettazione e alla produzione di inchiostri fluttuanti che si depositano più velocemente sul foglio e consentono un’asciugatura rapida.

Una delle carte Favini che Print Club Torino desidera testare ed utilizzare nei workshop di stampa Risograph è la novità Remake.

Remake è l’esclusiva carta Favini che nasce dai residui di lavorazione del cuoio i quali sostituiscono il 25% di cellulosa da albero. Il supporto vanta un’elevata morbidezza e resistenza che lo rendono ideale alle più svariate tecniche di stampa e di nobilitazione.

La superficie che contraddistingue Remake è una caratteristica fondamentale che la rende la carta ideale per lavori in Risograph.

Come Crush si tratta di una carta che prevede il riuso creativo di materiali di scarto, concetto che ben si sposa con l’ecologica modalità di stampa Riso.

[i] Da “Il ciclostile, strumento novecentesco del conflitta dal basso” di Sergio Campinello.

[ii] Sito web di Risograph Italia.